EX-BASILICA DI SAN ZENONE ORA GALLERIA CIVICA
Affacciata alla grande piazza a lago che si trova accanto al Municipio, l’antica parrocchiale di San Zenone è oggi una ben organizzata Galleria civica che il Comune utilizza per diverse manifestazioni di carattere culturale (esposizioni, concerti, riunioni ecc.)
Le dimensioni e la forma della primitiva chiesa fondata dalla famiglia di Totone nel secolo VIII, nonché alcune sepolture della stessa epoca, sono leggibili grazie al pavimento trasparente in vetro e acciaio voluto dall’architetto Dario Banaudi, campionese, che ne ha curato il restauro.
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La storia
La chiesa di S. Zenone fu costruita dalla famiglia longobarda di Totone, il ricco commerciante che l’annovera fra i suoi possedimenti nel testamento del 777 con cui tutti i beni vengono lasciati in eredità agli abati di S. Ambrogio a Milano. S. Zenone era un piccolo, ma importante oratorio posto accanto alla casa di Totone; nel corso dell’VIII secolo i membri di questa famiglia arricchiscono la chiesetta con lasciti cospicui di uliveti e olio per le lampade e, con molta probabilità, la utilizzano come cappella di famiglia per le sepolture. Fino all’edificazione della nuova chiesa di Campione la basilica di S. Zenone è stata la parrocchia dell’exclave. Nel Medioevo la chiesa, ampliata e ricostruita in forme romaniche con interno a tre navate, fu decorata con affreschi trecenteschi successivamente ricoperti da diversi strati di intonaco. In epoca controriformista la chiesa ha subito altre trasformazioni acquisendo un aspetto barocco. Negli anni Sessanta del XX secolo, terminata la costruzione della moderna e più capiente parrocchiale (inaugurata nel 1967), l’antica basilica passa al Comune e viene sconsacrata. L’amministrazione comunale dà inizio così ai restauri per adibire l’edificio a Galleria Civica. Durante tali lavori vengono alla luce le vestigia del passato che oggi si possono ammirare grazie alla sapiente cura con cui l’architetto Banaudi ha inserito i moderni materiali come supporto della costruzione antica. La Galleria Civica, ultimata negli anni Novanta, è aperta al pubblico con una mostra permanente e in occasione di conferenze, concerti e manifestazioni culturali di vario genere.
L’esterno
All’esterno appaiono le linee di una semplice chiesa di epoca barocca con facciata a saliente, affiancata da un campanile a base quadrata. L’ex chiesa di S. Zenone era un tempo addossata alla casa di Totone (successivamente trasformata in fabbrica di ceramica e poi demolita) che occupava lo spazio a lago. Oggi l’edificio sorge a lato del Municipio sulla grande piazza a lago. Il minuscolo sagrato ai piedi della scala che conduce all’ingresso è stato sistemato con l’antica pavimentazione a ciottoli (rizzada) tipica dei paesi lacustri. Una decorazione che rappresenta le fasi lunari vuole essere il legame simbolico fra S. Zenone e la chiesetta di S. Pietro, a sud dell’abitato, dove è invece rappresentato il sole.
L’interno
L’interno è un ambiente a tre navate con una cappella piuttosto ampia sulla destra. I pilastri che dividono le navate sono stati scrostati in alcuni punti in modo da permettere la visibilità delle colonne romaniche in pietra. Il pavimento in vetro rende leggibili gli scavi archeologici che hanno portato alla luce il perimetro delle fondamenta della vecchia chiesa longobarda, di dimensioni più ridotte, e le sepolture realizzate con materiale di provenienza romana. Il resto del pavimento, realizzato in parte a rizzada e in parte con beole grigie, utilizza gli schemi tipici dell’architettura storica lombarda. Le pareti dell’abside sono decorate da affreschi, ma anche un tabernacolo cinquecentesco e le statue in pietra di S. Zenone e di S. Ambrogio con altri manufatti lapidei costituiscono il prezioso arredo che rende interessante questo ambiente. Le statue, un tempo inserite nelle colonne della navata, sono ora raccolte nella cappella laterale; esse sono attribuite a Bonino da Campione, uno dei più celebri fra i Maestri Campionesi, insigni artisti di questa terra. Altre tavolette in pietra con altorilievi, fra cui una bella Natività, sono posizionate sulle colonne e in vari punti della chiesa. Sulla parete meridionale dell’abside è collocata un’interessantissima lapide in marmo del 1477 fatta incidere con un decreto di Bona e Giangaleazzo Visconti; è un documento che dimostra l’importanza politica ed economica di Campione cui i Signori milanesi concedono privilegi daziari.
Gli affreschi
Dopo l’asportazione di tre strati di intonaco, si sono portati alla luce parte degli affreschi trecenteschi che decorano le pareti dell’abside: una teoria di apostoli disposti uno accanto all’altro su un fondo blu intenso, facilmente riconoscibili grazie ai loro attributi. Sono figure slanciate e vestite con una certa eleganza con tuniche dai colori brillanti. Nei sottarchi e sulle colonne si vedono invece degli affreschi votivi con le immagini di S. Sebastiano, S. Lucia, alcune madonne con Bambino e un frate con la corona del rosario in mano. Sette od ottocenteschi sono invece le teste di Santi Vescovi racchiusi nei medaglioni che decorano la parte alta della navata centrale.
Le sepolture
Nel corso dello scavo archeologico, oltre alle fondazioni della chiesa longobarda, sono state rinvenute parecchie tombe che fanno pensare all’uso della chiesa quale cappella di famiglia; queste sepolture si trovavano sotto il pavimento ed erano ricoperte da grosse lastre di pietra. Al centro, sul davanti, sono visibili alcune fra le tombe più importanti, certamente già scoperte nel Trecento all’epoca dell’impianto delle colonne romaniche; esse furono però ricomposte e coperte dal pavimento senza lasciare alcun segno. Nella sepoltura centrale fu rinvenuto uno scheletro ben conservato, mentre in quella di sinistra (per chi guarda), oltre allo scheletro, è stato recuperato un notevole arredo costituito da una splendida coppia di orecchini, un anello e dei fili d’oro con cui era intessuto l’abito della defunta, certo una dama di rango. I gioielli finemente lavorati con pietre almandine, perle e pasta di vetro sono montati su oro e ricordano, per la loro accurata fattura, monili del VII secolo che la morta probabilmente aveva avuto in eredità dalla famiglia.
Le sepolture sono state realizzate utilizzando del materiale di recupero di epoca precedente; ciò può far pensare a un manufatto romano (un tempio?) esistente sul luogo dove fu edificata la chiesa longobarda; purtroppo però, allo stato attuale, non esiste alcuna documentazione che permetta di formulare delle serie ipotesi a tal proposito.